Oltre alla irresponsabile propaganda di regime del governo a peggiorare la situazione c’è l’eccessiva pavidità di regioni, province e comuni, soprattutto quelli amministrati da lega e centro-destra, che serrati tra interessi politici e ristrettezze economiche limitano gli ammortizzatori sociali ad una mera assistenza all’indigenza, altrimenti detta elemosina, invece che aggredire il problema con delle serie misure anticrisi e a difesa dell’occupazione.
La politica di centrosinistra da troppo tempo non avanza delle proposte organiche e coraggiose sul tema del lavoro e degli ammortizzatori sociali, lo stesso PD pare che non voglia mai andare fino in fondo, per continuare le sue acrobazie sulla sua linea di “equidistanza” tra interessi degli operai e quelli dei padroni. Noi pensiamo che dalla crisi si può uscire solo fermando la macelleria sociale che ha innescato; una macelleria che ha iniziato subito a falciare i precari ma che ormai investe tutti. Soprattutto se pensiamo che non esiste nessuna garanzia, anzi tutto fa supporre il contrario, che una volta superata la crisi le condizioni di lavoro come quelle dell’occupazione tornino ad essere quelle di prima.
Per questo crediamo che servano scelte coraggiose da prendere in modo tempestivo.
Il blocco dei licenziamenti per 36 mesi, usando i “contratti di solidarietà” e la cassa integrazione straordinaria; quindi l’estensione degli ammortizzatori sociali eliminandone il limite di durata e comprendendo nel loro ombrello le aziende con meno di 15 dipendenti – spesso parte della filiera delle “grandi crisi aziendali” e quindi le prime ad esserne colpite – e i licenziamenti “de facto” derivanti dai contratti precari. Per difendere l’occupazione a partire dalle piccole-medie imprese proponiamo regionalizzare il decreto legislativo 270/99, dando al Governo Regionale il potere di nominare dei commissari per la gestione delle aziende in crisi, lasciando al livello nazionale solo quelle più grandi e sviluppate su più regioni.
Unitamente ad un sistema di finanziamento e controllo dell’opera dei commissari, la costituzione di una società pubblica regionale incaricata di realizzare interventi attivi di reindustrializzazione, riqualificazione e riconversione industriale con la finalità di realizzare politiche industriali volte all’occupazione e alla qualificazione del tessuto produttivo.
Chiamiamo inoltre tutte le forze politiche e sindacali che affermano di rappresentare i lavoratori di prendere in mano una volta per tutte la grande questione che negli ultimi lustri ha fatto strali della cassa lavoratrice: la precarietà. Il nostro obbiettivo è di fare in modo che il contratto a tempo indeterminato sia di nuovo la “normalità” della forma-lavoro, passando se necessario per la seria estensione degli ammortizzatori sociali ai lavoratori precari, ad una drastica restrizione dei limiti nell’utilizzo di contratti atipici e ad una loro semplificazione.
Da tempo inoltre stiamo sostenendo l’introduzione di una soglia minima garantita per il salario, che fissiamo ad otto euro l’ora (chiamato con l’acronimo SMOG, Salario Minimo Orario Garantito) che possa avvicinare almeno dal punto di vista salariale le diverse tipologie contrattuali e fermi il vero e proprio sciacallaggio che tra finti tirocini e altre invenzioni ha prodotto anomalie aberranti, fino a paghe di 3 euro l’ora. Questi sono alcuni dei contenuti del “pacchetto anticrisi” di proposte di legge e di delibera che sosterremo negli ambiti istituzionali. Allo stesso tempo le mettiamo sul tavolo della politica, perché tutte le forze che condividono gli obbiettivi di massima si possano unire in una rivendicazione comune. Che il nostro percorso parta da qui, dalla rappresentanza degli interessi materiali e di classe nostri e della nostra gente.
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