Indesit decide di chiudere due stabilimenti dove lavorano 500 persone.
Si tratta degli stabilimento di Brembate (Bergamo) e Refrontolo (Treviso).
Il cosiddetto piano di “consolidamento”, presentato dal Consiglio di
Amministrazione di Indesit Company, più che consolidare taglia
pesantemente.
Le attività tagliate su Bergamo e Treviso verranno accorpate alle attività esistenti nel Centro Sud.
Quindi chiusura di stabilimenti e perdita di posti di lavoro: è questo,
per Indesit, il “rilancio della competitività degli stabilimenti
italiani …”.
Come al solito, una competitività giocata tutta sulla pelle dei lavoratori.
Oltretutto in un settore come quello degli elettrodomestici nel quale,
dal 2007 al 2010 si è passati da 31.000 occupati a 24.800 con una
riduzione del 16%.
Poco importa che il Consiglio di Amministrazione dichiari 120 milioni
di euro di investimenti (tutti da verificare) se questi si traducono
ancora in licenziamenti.
Questi licenziamenti, oltretutto si concentrano su stabilimenti nei
quali nel recente passato si era fatto massiccio ricorso alla Cassa
Integrazione: ancora una volta le imprese scaricano i costi della crisi
sulle casse pubbliche e sui lavoratori.
Sotto il profilo delle relazioni sindacali ripete quanto fece in
Piemonte quando annunciò, all’improvviso, la chiusura dello
stabilimento di None,
ancora una volta si dimostra l’assoluta mancanza di rispetto per i lavoratori e le loro organizzazioni sindacali.
Riteniamo inaccettabile la chiusura di questi due stabilimenti e la conseguente riduzione occupazionale.
Chiediamo che Indesit ritiri questa proposta e che presenti un Piano
Industriale serio, nel quale gli investimenti si traducono in
miglioramento dei processi produttivi e dei prodotti e NON in
licenziamenti.
Pretendiamo che i livelli istituzionali, a partire dai governatori
Formigoni e Zaia, si sveglino, per impedire l’ennesimo danno sociale ed
economico ai territori del Nord.
per la Federazione della Sinistra di Treviso
Claudio Naccarati
Stefano Mestriner
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