
Durante il No B Day della scorsa settimana si è avuta la prima apparizione pubblica della Federazione della Sinistra (nuova formazione politica che riunisce Rifondazione Comunista e Comunisti italiani), di cui Christian de Mattia ha già scritto su polisblog. Abbiamo incontrato per voi Oliviero Diliberto, segretario nazionale dei Comunisti italiani, con cui abbiamo parlato di crisi, di lavoro, di ambiente e delle possibili alleanze contro Berlusconi.
Diliberto, cosa rappresenta per la sinistra italiana questa nuova Federazione?
Innanzitutto la circostanza che per la prima volta si cerca di unirsi invece che dividersi. Si apre un percorso che può portare anche ad un ulteriore allargamento della federazione stessa. Per ora siamo, e non è poco, Rifondazione Comunista, i Comunisti italiani e due formazioni più piccole: una che fa riferimento alla sinistra della CGIL e l’altra che è Socialismo 2000, guidata da Cesare Salvi. La Federazione è la premessa indispensabile per tornare utili, nel senso che finché saremo frammentati in realtà così piccole non saremo utili. E’ la speranza di poter ricostruire, a sinistra del Partito Democratico, una formazione che conti qualche cosa.
A proposito di tornare utili, quali sono le vostre proposte per fronteggiare i problemi del lavoro in questo periodo di crisi economica?
C’è un’unica proposta, che non a caso stanno utilizzando in tutto il mondo governi sia di centrosinistra che di destra (e persino negli USA): e cioè un massiccio intervento pubblico nell’economia. Laddove c’è una crisi vera e non ci sono più né le commesse né la liquidità deve intervenire lo Stato.
Lei crede che in questo momento in Parlamento le proposte per il lavoro e per fronteggiare la crisi siano portate avanti in maniera adeguata?
No, guardi, non vengono proprio portate avanti né discusse. Non ci sono proposte. La tragedia di questa fase è che il Parlamento italiano si occupa esclusivamente dei processi di Berlusconi. E’ una roba da matti, però è proprio così.
Per quanto riguarda il PD, pensate che in questo momento non stia facendo abbastanza sul fronte del lavoro e dell’occupazione?
Intanto chi dovrebbe fare è il Governo, perché è il Governo che ha il potere di agire e ha in mano le leve e gli strumenti per farlo. Tuttavia, non c’è dubbio che il Pd sia in una situazione di stallo. Lo dico con rispetto e anche con simpatia nei confronti del Pd, ma secondo me è così. Ho letto le dichiarazioni di Bersani dei giorni scorsi in cui dice che se Berlusconi continuerà così avrà un’opposizione dura. Ma cosa deve fare di più Berlusconi per avere un’opposizione dura?!
Casini ha avanzato l’ipotesi di un fronte unico delle opposizioni, una sorta di confederazione di partiti in caso di elezioni anticipate. Cosa ne pensate?
Intanto non è un confederazione, almeno così ho capito. E’ la proposta di dare vita a una sorta di Comitato di liberazione nazionale, cosa che ci trova d’accordo. Nel senso che oggi l’emergenza democratica è talmente elevata che pur di cacciare Berlusconi uno si allea anche col diavolo. Non c’è dubbio che, però, quest non prefigura un’alleanza di Governo. Io con Casini non voglio governare, ma sono sicuro che nemmeno Casini vuole governare con me. 
Una riedizione dell’Ulivo o dell’Unione potrebbe funzionare oggi
?
Guardi, dipende molto dai programmi, veramente molto. Nel 2006 con l’Unione facemmo un programma mostruoso di circa 350 pagine. E poi, una volta arrivati in Parlamento, non si è attuato nulla di quel programma. C’erano degli impegni e non sono stati assolutamente assolti. Io credo che, se mai si dovesse fare un’alleanza di Governo di tipo di centrosinistra, allora le forze della sinistra, la Federazione della sinistra, noi per intenderci, dovremmo chiedere poche cose e portarle a casa: a cominciare dalle condizioni materiali di vita dei lavoratori e in particolare dei giovani. E chiedere una cosa semplice: abolire il precariato.
In questi giorni si sta svolgendo a Copenaghen la Conferenza mondiale sul clima. I cambiamenti climatici sono un importante tema dell’agenda politica: qual è la vostra posizione in merito?
La nostra posizione è molto netta. Va riconvertita completamente l’economia mondiale (anzi andrebbe riconvertita, perché non credo che lo faranno). Si dovrebbe avere un’economia che abbia una base ambientale perché il pianeta si sta semplicemente esaurendo e le risorse e la temperatura non sono variabili indipendenti rispetto a quello che fanno gli uomini. Sono tornato recentemente dalla Cina e i cinesi hanno introdotto la “variabile ambiente” nella misurazione del prodotto interno lordo, proprio perché si rendono conto che non è un tema banale da “benpensanti che amano gli animali”. Qui c’è il destino del pianeta e il futuro di quelli che nasceranno tra vent’anni.
Ieri (l’altro ieri per chi legge, Ndr)era l’anniversario della strage di Piazza Fontana. Ancora non abbiamo avuto chiarezza su quello che è successo quel giorno e ancora sono rimasti tanti interrogativi in sospeso. Qual è la vostra posizione e in che modo volete chiedere, in qualche modo, giustizia?
Guardi sono 40 anni che chiediamo giustizia e quindi non credo che ci sia più la possibilità di averne. Però non concordo su una cosa che lei ha appena detto e cioè che non ci sono certezze. C’è una certezza: che gli apparati dello Stato non hanno lavorato per lo Stato e per le vittime, ma hanno lavorato contro lo Stato. Questa è l’unica certezza: cioè un perverso intreccio tra trame nere, fasciste e servizi segreti italiani. Francamente, essendo una strage orribile e la prima che ha inaugurato una stagione di stragi, questa è l’unica certezza ed è una tristissima certezza.
Lunedì 14 Dicembre
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